Il Villaggio ENI

Wild cat (gatto selvatico) è un’espressione tipica del gergo petrolifero che indica una perforazione in un’area ancora inesplorata, in cui la resa, e l’eventuale profitto, non sono prevedibili. Probabilmente, con lo stesso spirito, Enrico Mattei ed Edoardo Gellner decisero di realizzare, a metà degli anni Cinquanta, il Villaggio Sociale ENI di Borca di Cadore, alle pendici del Monte Antelao, in un luogo che, inizialmente, non era niente di più che “una sassaia covo di vipere“. Alla base della realizzazione di questo progetto, ci sono le moderne politiche sociali di Enrico Mattei di offrire, ai collaboratori dell’Eni, un soggiorno, sia estivo sia invernale, in un ambiente di suggestiva bellezza. Nel 1955 sono avviati i lavori e, grazie alla piena complicità tra Mattei e Gellner, si costruiscono una colonia per 600 bambini, un campeggio a capanne, un albergo, un residence, la chiesa (realizzata in collaborazione con Carlo Scarpa) e ben 263 villette unifamiliari. In breve tempo, quello di Borca di Cadore, diverrà il più grande complesso alpino d’Europa.

Il Villaggio ENI, il libro

Grazie al servizio offerto dal sito internet Blurb.com, ho pubblicato il libro fotografico “un’estate fa, un viaggio nelle più belle colonie razionaliste italiane“. Il libro ha un formato 25×20 cm, copertina rigida e contiene 54 pagine con testi e fotografie stampate su carta Premium.

Indice

Introduzione | La storia del Villaggio  | La Colonia dei bambini | L‘albergo e il residence | La Chiesa di Nostra Signora del Cadore | Il Campeggio dei ragazzi | Le Villette per le Famiglie | Il Villaggio ENI tra presente e futuro | Dettagli del progetto

Introduzione

Non poche volte, durante i miei soggiorni estivi in montagna, mi è capitato di immergermi nel verde del villaggio ENI di Borca. La bellezza del luogo, con vista sul Monte Pelmo e sul Monte Antelao, unite al fascino di questi edifici, immersi perfettamente nell’ambiente boscoso che li accoglie, hanno sempre destato la mia attenzione e la mia voglia di conoscere la storia di questo luogo addormentato.
Oltre alla bellezza del sito, anche i racconti delle persone del luogo, che hanno visto il villaggio in funzione, hanno fatto aumentare in me la consapevolezza che, tra questi monti, fosse stato scritto un pezzo di storia d’Italia, dell’Industria del Nostro Paese e dell’Architettura.
Per tutti questi motivi nasce il mio interesse verso il Villaggio ENI e la sua storia.

il monte Antelao d'estate
Monte Antelao (3264m) – Fabio Gubellini
il monte Pelmo d'estate
Monte Pelmo (3168m) – Fabio Gubellini

La storia del Villaggio

Alla metà degli anni CinquantaEnrico Mattei presidente dell’ENI, decide di costruire un villaggio turistico sulle Dolomiti, riservato ai collaboratori del Gruppo e alle loro famiglie.
E’ il 1954 quando l’architetto Edoardo Gellner, al quale Mattei affida l’incarico del progetto, individua, nel versante a sud del Monte Antelao, il giusto sito per la costruzione del villaggio vacanze.
L’ideazione del villaggio è un’operazione che, agli occhi del lungimirante imprenditore, ha soprattutto una valenza sociale. Inoltre il villaggio dovrà essere un punto d’incontro tra la Società e il resto del mondo: un luogo di rappresentanza che esprima le idee di progresso e di modernità, proprie di Eni, in quel periodo.
Per comprendere le dimensioni e l’importanza del villaggio è sufficiente far parlare i numeri che lo contraddistinguono: in un comprensorio di circa 150 ettari sono perfettamente inserite nell’ambiente naturale 263 villette unifamiliari, una chiesa, un albergo con oltre 140 posti letto, un residence, una colonia per 600 bambini, un campeggio per 200 ragazzi e luoghi di ritrovo, quali spaccio di generi alimentari e bar. A servizio di queste strutture sono inoltre realizzati oltre 20 km di strade asfaltate, una conduttura idrica di 15 km (perché l’acqua non risultava disponibile in loco) e vengono riportati pezzi di prato, da varie parti del Cadore, per creare un bosco, laddove fino a poco prima, vi era semplicemente una distesa di pietre.
Nasce così il villaggio sociale Eni di Corte di Cadore, che deve il proprio nome al paese di Cortemaggiore, in provincia di Piacenza, dove l’ENI aveva da poco avviato le prime estrazioni di petrolio su suolo italiano. I lavori di costruzione del sito proseguono fino al 1963, poi, in seguito alla morte di Mattei, il progetto del villaggio viene ridimensionato, e vengono portate a termine le sole strutture già iniziate.
Fra il 1974 e il 1990 il progetto del centro sociale, concepito come fulcro dell’intero intervento, viene sottoposto a continue modifiche da parte di Gellner, ma nessuna delle 6 soluzioni viene attuata. La successiva privatizzazione dell’ENI comporta la vendita dell’intero patrimonio immobiliare. ll villaggio ha continuato a svolgere la sua funzione turistica fino al 1992, anno della sua dismissione.

Edificio spaccio alimentare e bar del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Edificio spaccio alimentare e bar – Fabio Gubellini © 2018
Pensilina attesa BUS del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Struttura di attesa mezzi autolinee – Fabio Gubellini © 2018
pennoni nel piazzale con vista sul Pelmo
I pennoni nel piazzale con vista sul Pelmo – Fabio Gubellini © 2018

La Colonia dei bambini

È realizzata tra il 1955 ed il 1962 per ospitare 600 bambini, dai 6 ai 12 anni, in turni di soggiorno da 28 giorni. Per via della conformazione del terreno, non è costituita da un corpo unico, bensì da 16 edifici, uniti fra loro da un sistema di collegamenti a rampe coperte, che gravitano attorno al grande padiglione centrale. Questo elemento architettonico, oltre a dare movimento a tutto il complesso, serve a sostituire le scale e offre maggiore comodità, in un ambiente destinato alla vita dei piccoli. Le rampe sono caratterizzate dall’uso di colori vivaci, rosso e giallo tra tutti, e dalla presenza di piccole finestre quadrate, di differenti misure, che creano divertenti e affascinanti giochi di luci ed ombre.
L’elemento architettonico di maggior rilievo della colonia è sicuramente l‘auditorim centrale, infatti è intorno a questo edificio che sono disposti tutti i restanti “padiglioni satelliti”. Questo era anche l’unico luogo coperto in grado di poter accogliere contemporaneamente tutti gli ospiti e lo staff della struttura. Oltre ad essere il cuore della colonia, l’auditorium, veniva usato dallo stesso Mattei, come luogo di rappresentanza durante gli incontri con i capi degli stati esteri, con cui l’ENI era in affari.
I circa 600 bambini, ospiti della struttura, erano divisi in squadre da 20 elementi, ogni squadra era affidata alle cure di una “signorina”, era questo nel gergo ENI il nome che veniva dato alle ragazze che si prendevano cura dei bambini.
Al loro arrivo, i piccoli ospiti, erano lavati e sottoposti a visita medica. Le divise, e tutto il necessario per il soggiorno dei piccoli, era fornito in loco dalla stessa ENI. I vestiti con cui i bambini arrivavano, erano lavati e resi ai piccoli, per il viaggio di ritorno. Nella colonia era anche presente una mensa in grado di ospitare tutti i bambini in due turni. Tutti gli spazi comuni della colonia, sebbene molto ampi, furono volutamente frazionati da Gellner per renderli a misura di bambino.
L’area esterna è stata studiata a misura di bambino: piazzali attrezzati, zone per il soggiorno all’aperto e una fitta rete di collegamenti pedonali che mette in comunicazione le varie parti del complesso. I materiali utilizzati e i sistemi costruttivi sono gli stessi del resto del villaggio.
In questo caso, come per le villette e per il resto del villaggio, Gellner studia gli arredi interni, e ogni singolo dettaglio, ricreando degli ambienti caldi e familiari.

corridoi colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Rampe di collegamento tra gli edifici della colonia ENI – Fabio Gubellini © 2018
le finestrelle quadrate di Gelner del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Le finestre quadrate delle rampe di collegamento – Fabio Gubellini © 2018
corridoi della colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Rampe di collegamento tra gli edifici della colonia ENI – Fabio Gubellini © 2018
l'auditorium della colonia visto dal piazzale delle adunate
Piazzale delle adunate con auditorium sul fondo – Fabio Gubellini © 2018
interno dell'auditorium della coloni del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Interno dell’auditorium – Fabio Gubellini © 2018
locali docce della colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Locali docce – Fabio Gubellini © 2018
dormitori dela colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Disposizione letti nelle camerate – Fabio Gubellini © 2018
sala refettorio della colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Locale refettorio – Fabio Gubellini © 2018
aree esterne del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Aree esterne colonia villaggio ENI – Fabio Gubellini © 2018
esterno delle rampe colonia del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Esterno rampe di collegamento – Fabio Gubellini © 2018
dettaglio interruttore dormitori del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Dettaglio interruttori dormitori – Fabio Gubellini © 2018

L’Albergo e il Residence

All’interno del villaggio ENIl’albergo, era stato inizialmente voluto per accogliere i collaboratori soli e per le coppie senza prole. La struttura del complesso alberghiero, attiva sia d’estate che d’inverno, perché provvista di impianti di riscaldamento, è un edificio a 6 livelli con 78 camere. Gli ospiti si alternavano in turni di soggiorno della durata di 14 giorni. La facciata principale dell’edificio è caratterizzata dalla presenza di plinti in cemento, e colonnine in legno. Ogni dettaglio è studiato con cura: le camere sono essenziali ed eleganti, ciascuna ha una panca di appoggio in teak che diventa gradino di accesso al terrazzo esterno che si trova su un piano differente rispetto alla camera. In questo modo ogni stanza riceve un’illuminazione migliore. Nella hall di ingresso trova spazio il genio ingegneristico di Gellner con l’uso della grande trave lignea.
Il residence era invece destinato ad accogliere il personale di servizio. Per entrambe le strutture, i materiali utilizzati sono: il cemento, il legno, la pietra e il rame per la copertura.

albergo del Villaggio Eni di Borca di Cadore
L’albergo del villaggio ENI con alle spalle il monte Antelao – Fabio Gubellini © 2018
albergo del Villaggio Eni di Borca di Cadore con il Pelmo sullo sfondo
Albergo villaggio ENI e Vista sul monte Pelmo – Fabio Gubellini © 2018
la hall dell'albergo del Villaggio Eni di Borca di Cadore
La hall dell’albergo – Fabio Gubellini © 2018
la hall del Villaggio Eni di Borca di Cadore
La hall dell’albergo – Fabio Gubellini © 2018
il residence del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Il residence del villaggio ENI veduta esterna – Fabio Gubellini © 2018

La Chiesa di Nostra Signora del Cadore

La Chiesa occupa una posizione di rilievo nel progetto del villaggio. È posta su un’altura al culmine di un percorso a rampe coperte con scalini in legno e granito.La Chiesa di Nostra Signora del Cadore si distingue per la sua verticalità, accentuata dalla forma a triangolo equilatero e da un campanile che, con l’alta guglia in acciaio, dona leggerezza ed equilibrio all’intera composizione diventando un segno evidente nel paesaggio.
Per questo progetto Gellner chiede, nel settembre del 1956, la collaborazione dell’architetto Carlo Scarpa. Il maestro veneziano collabora per la parte artistica fondendosi con la progettazione di Gellner: ne risulterà un’opera architettonica totale che coinvolge architettura, paesaggio ed arredo. Il luogo più importante del complesso religioso è rappresentato dal sagrato, da dove, prima che il bosco si fondesse con gli edifici, era possibile vedere l’intero villaggio. Il sagrato è pavimentato ceppi di legno annegati nel cemento: la continua assonanza e contrapposizione fra materiali naturali e artificiali sono la caratteristica predominante del progetto.
La chiesa è consacrata al culto nell’agosto del 1961. Fu la prima chiesa costruita con l’altare “versus populum” vale a dire rivolto verso i fedeli, anticipando, e forse anche stimolando, le scelte avvenute in seguito con il Concilio Vaticano II.

porticato di accesso alla chiesa del Villaggio Eni di Borca di Cadore e busto di Enrico Mattei
Il porticato di accesso chiesa e busto di Enrico Mattei – Fabio Gubellini © 2018
porticato di accesso alla chiesa del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Il porticato di accesso chiesa – Fabio Gubellini © 2018
la propensione verticale della chiesa di Scarpa  del Villaggio Eni di Borca di Cadore
La verticalità della forme della chiesa del villaggio ENI – Fabio Gubellini © 2018
la chiesa di Nostra Signora delle Dolomiti
Prospetto e sagrato – Fabio Gubellini © 2018
interno della chiesa di Nostra Signora delle Dolomiti
Interni della chiesa di Nostra Signora del Cadore – Fabio Gubellini © 2019
il portone di accesso della chiesa del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Interni della chiesa di Nostra Signora del Cadore – Fabio Gubellini © 2019
interno della chiesa di Nostra Signora delle Dolomiti di Carlo Scarpa
Interni della chiesa di Nostra Signora del Cadore – Fabio Gubellini © 2019
interno della chiesa di Nostra Signora delle Dolomiti di Carlo Scarpa
Interni della chiesa di Nostra Signora del Cadore – Fabio Gubellini © 2019

Il Campeggio dei ragazzi

Il Campeggio è situato nella parte più alta del Villaggio, tra i 1200 e i 1250 metri di altitudine. È stato realizzato per permettere il soggiorno in montagna anche ai figli, ormai adolescenti, dei dipendenti. Qui, infatti, soggiornavano i ragazzi dai 12 ai 16 anni e, per questo motivo, la parte del campeggio è anche nota come Villaggio dei Ragazzi. Si compone di 44 capanne realizzate in muratura e legno, ognuna della quali è dotata di 6 posti letto. Le capanne sono raggruppate in quattro distinti nuclei (differenziati per il colore esterno delle stesse) ed ogni nucleo dispone di servizi autonomi. Al centro del campeggio sorge l’edificio principale, dove hanno sede i locali destinati agli spazi comuni e alla direzione. Ampi spazi all’aperto erano previsti per le attività di gruppo che, in caso di tempo avverso, potevano essere svolte in due ampi padiglioni con struttura in cemento armato.
Il campeggio poteva ospitare fino a 240 ragazzi alla volta. Ai giovani campeggiatori erano dati in uso divise e corredi, inoltre, era loro donato un sacco alpino a ricordo del soggiorno in montagna.

il campeggio del Villaggio Eni di Borca di Cadore
L’ingresso del campeggio dei ragazzi – Fabio Gubellini © 2019
le tende di legno del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Zona delle capanne rosse – Fabio Gubellini © 2019
le tende di legno del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Zona delle capanne bianche – Fabio Gubellini © 2019
spazi comuni del campeggio del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Campeggio dei ragazzi spazi per le attività all’aperto – Fabio Gubellini © 2018

Le Villette per le famiglie

All’apparenza sembrano tutte uguali tra di loro, le oltre 260 Villette costruite del Villaggio, invece ciascuna differisce dalle altre per qualche dettaglio e per il modo in cui è inserita nell’ambiente che la circonda. Erano state pensate per il soggiorno dei dipendenti con famiglia e prole, la loro assegnazione era effettuata tramite sorteggio, ed i turni di soggiorno avevano una durata di 20 giorni. In questo modo, non era improbabile, che un semplice usciere potesse trascorrere il proprio periodo di ferie accanto a un dirigente, o un operaio vicino ad un responsabile. Nel periodo invernale erano utilizzate solo le Villette dotate dell’impianto di riscaldamento, circa 160. Le Villette erano dotate di ogni bene necessario per il soggiorno: le stoviglie erano Richard Ginori, le posate della Krups e la biancheria della Lane Rossi. A carico degli ospiti erano solo le spese vive e i consumi. Questo aspetto era stato voluto dallo stesso Mattei per sensibilizzare i suoi collaboratori al risparmio energetico, concetto già allora fortemente di moda, in particolare negli anni dell’austerity.
Le villette sono sparse nel bosco, nessuna prevale sulle altre, devono garantire nello stesso tempo la privacy della vita familiare e la possibilità di vivere dei momenti di aggregazione. Per non deturpare il paesaggio e per avere una visuale ottimale sul monte Pelmo, Gellner ottiene da Mattei il permesso di interrare tutti gli impianti elettrici. I materiali utilizzati e i sistemi costruttivi sono gli stessi del resto del villaggio, anche in questo caso, come per la colonia, Gellner studia gli arredi interni ricreando degli ambienti caldi e familiari.

villette interno del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Le villette nel Bosco – Fabio Gubellini © 2011
villette interno del Villaggio Eni di Borca di Cadore
Le villette nel Bosco – Fabio Gubellini © 2011

Il Villaggio ENI tra presente e futuro

In seguito della privatizzazione dell’Eni, iniziata nel 1995, fu progressivamente dismesso anche il patrimonio immobiliare non strategico della società. Tra i beni venduti vi è anche il Villaggio delle Dolomiti. Nel 2000, infatti, Eni cede alla società Minoter la proprietà del Villaggio di Corte delle Dolomiti. Dopo questa cessione è avviato, da parte della nuova Proprietà, un progetto di riqualificazione che porta alla vendita a Privati delle Villette e alla progressiva rimessa in funzione delle singole strutture. Attualmente l’albergo (Hotel Boite) ed il residence (Residence Corte) sono aperti nel periodo estivo ed invernale. Anche il Campeggio è in parte utilizzato nel periodo estivo.
Le strutture della Colonia sono oggi sede di una residenza artistica, attiva nel periodo estivo, realizzata con la collaborazione dello staff di Dolomiti Contemporanee.
Progetto Borca è un programma di residenza studiato dai curatori di Dolomiti Contemporanee, realtà che si occupa da anni di valorizzare i territori dolomitici attraverso progetti d’arte di varia natura. Gli artisti che prendono parte a queste residenze, realizzano le proprie opere con i materiali che vengono recuperati negli stessi luoghi del soggiorno. Ha quindi luogo, attraverso l’arte e la funzione, un recupero della struttura.
Inoltre, il comitato organizzativo dei prossimi campionati del mondo di sci di Cortina d’Ampezzo del 2021, ed il comitato che ha candidato Cortina d’Ampezzo, insieme a Milano, ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, guardano con interesse alla Colonia realizzata da Gellner, come possibile sede del Villaggio degli Atleti che, a questi eventi, prenderanno parte.

Edificio di servizio del villaggio ENI – Fabio Gubellini © 2018

Dettagli del progetto

Fotocamere: Canon Eos 5D MkIV, Canon Eos 5D MkIII, Canon Eos R
Obiettivi: Canon EF 24-70 f/2.8 L II, Canon EF 14 f/2.8 L II, Canon EF 16-35 f/2.8 L III
Periodo Realizzazione: da Agosto 2018 ad Agosto 2019

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3 Comments

  1. Sono convinto che questa struttura possa essere utilizzata per ospitare gli atleti delle olimpiadi, perché è un bene da valorizzare evitando il degrado. Speriamo che la politica se ne accorga e ne faccia tesoro.

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